Questo libro collettaneo era nato con l’obiettivo – ambizioso ed esplicito – di iniziare una riflessione fra addetti ai lavori che – a vario titolo – studiano i territori, vi interagiscono in maniera sistematica, ne progettano interventi o anche solo ne hanno cura, allargando i già molti punti di vista e chiavi di lettura emerse durante il convegno “Ripartire dai territori. La rigenerazione dei luoghi come strumento di sviluppo economico e sociale”, organizzato dalla Fondazione Venture Thinking e dall’Associazione The Thinking Watermill Society.
Sono emerse riflessioni, dense, variegate e complesse accomunate però da una convinzione: in un brevissimo lasso di tempo, il concetto stesso di territorio – e quello ad esso collegato di spazio – è radicalmente mutato. Lo spazio da obbligo è diventato opportunità ed è proprio questo che ne fa il miglior candidato ad essere la leva di trasformazioni e miglioramenti profondi nel nostro modo di vivere, lavorare, studiare, divertirsi, etc., un abilitatore e costruttore di comunità, siano esse sociali, culturali o economiche, “aumentato” dalle opportunità offerte dal digitale. Il territorio contemporaneo ha infatti l’occasione di riconfigurarsi come rete ibridi e connessi, in grado di intercettare, valorizzare e mettere a sistema differenti esperienze di interazione tra persone, spazi e contenuti. Le città, i paesi, non sono più solo leggibili per layering funzionali ma devono essere interpretati come articolazione di esperienze, aperte e condivise.
“La spazio – abbiamo scritto nel libro – non deve essere ricostruito ma ripensato e connesso. È possibile raccogliere in un’unica esperienza reti di spazi diffusi (uffici, coworking, biblioteche, teatri, musei, etc.), cosiddetti luoghi terzi densi di capitale relazionale, sfruttando in positivo i due fenomeni coincidenti e assolutamente inediti nella storia: grande disponibilità di spazi accompagnata dalla libertà di scelta da parte delle persone di quando, dove e come abitarli”. Una riflessione che sembrava futuribile allora ma che oggi è diventata, non solo ipotesi percorribile, ma programma in realizzazione.
Esperienze come il progetto Polis di Poste, ad esempio, nella parte in cui prevede di trasformare una rete nazionale di uffici postali in veri e propri centri di aggregazione civica, polivalenti, multifunzione e multiuso – all’ideazione del quale alcuni autori hanno contribuito direttamente o indirettamente – si configura come una concretizzazione pratica di quanto in questo libro viene discusso e proposto. Quella che doveva essere quindi una raccolta di scenari, si profila oggi come una vera e propria “guida all’uso” per chi ha a cuore l’obiettivo di riconnettere il Paese – come in un grande mosaico – attraverso i suoi territori, trasformandone i profili relazionali, culturali, narrativi e produttivi.
Daniele Di Fausto – Presidente Venture Thinking
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